domenica 28 aprile 2013

Il "Guerriero del Silenzio" Renato Pigliacampo

“Bisogna avere il coraggio di amare il Silenzio, scritto con la S maiuscola, perché dietro, tout-court, c’è tutto un mondo di persone ‹‹meravigliosamente speciale ››, vale a dire bembini e adulti che non possono udire intelligibilmente la parola tramite la percezione acustica. Nel corso dei secoli indicati: sordomuti, sordi, sordastri, cofotici, non udenti, male udenti, anacusici, ipoacusici, audiolesi, deboli d’udito e duri d’orecchio. Io li chiamo semplicemente persone del Silenzio, miei fratelli: e so che, pronunciandone il nome, mi attribuisco il merito di far parte di quel mondo migliore, che procede con una marcia in più”

Queste sono le parole che Renato Pigliacampo scrive nel suo blog http://www.renatopigliacampo.it/public/blog/, blog in cui lo psicologo della comunità sorda, cerca di denunciare una realtà troppe volte ignorata, dimostrando di non temere la sordità, di averla metabolizzata attraverso la cultura, il coraggio e la continua richiesta alle Istituzioni di rispondere alle necessità del Silenzio. Per Pigliacampo, il Silenzio non deve essere semplicemente ascoltato, ma sentito affinché diventi strumento per abbattere le barriere e conduca alla conquista della parola e della dignità, troppo a lungo negata. Il Silenzio deve diventare, dunque, momento di attenzione e osservazione, nonché di rispetto: la via d’accesso alla porta principale del linguaggio, che è, in primis, comprensione e sentimento.
La storia di pigliacampo è, innanzitutto, la storia di un bambino inserito in una famiglia preoccupata della condizione clinica delle sue orecchie, impossibilitate ad ascoltare, ma è al contempo, la scoperta di un figlio che è andato oltre i condizionamenti, oltre la parola verbale perché, pensando e scrivendo, egli  è riuscito ad entrare nel mistero delle parole e a padroneggiarle con ineguagliabile maestria e sapienza. Centrali, nella sua vita, appaiono le sue mani, che egli chiama “mani segnanti”, che raccontano la sua esistenza nel Silenzio: attraverso le sue mani, capaci di comunicare idee e emozioni, egli diventa padrone del suo Silenzio e artefice del suo destino.
Impegnato infatti da diversi anni nel dibattito sull’educazione dei sordi, si è fatto apprezzare per la sua originalità e il suo coraggio nel denunciare, anche attraverso il racconto della propria esperienza personale, gli errori compiuti nel passato dalla tradizione storica, incentrata sul metodo oralista e sulla mortificazione della lingua dei segni.
Pigliacampo si è cimentato nello studio delle più diverse discipline, dalla linguistica all’antropologia, ricavando, da ciascuna, idee e spunti interessanti per giungere all’affermazione della sua teoria: la Lingua dei Segni è la lingua naturale dei sordi e la loro educazione potrà essere proficua solo se la società sarà disposta ad accettarla senza pregiudizi e ad utilizzarla. Senza lingue, infatti, senza uno strumento che permetta loro la comunicazione, i non udenti non potranno conquistare nella società il posto che meritano.
Interessante è l’intervista che Renato Pigliacampo rilascia in occasione di un Convegno dell’ ENS di Treviso del 16 Ottobre 2010.

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